I nomi di Pontedera ci parlano

Dire il nome di una piazza, di una via, di un luogo non significa solo dare delle indicazioni per un appuntamento. Significa anche dare delle informazioni storiche sulla zona senza sapere veramente perché e per come. Piccole curiosità che fa sempre piacere sapere.

Nomi che usiamo quotidianamente per dare indicazioni, per trovarci con qualcuno…
Ma ci chiediamo mai come mai quel posto si chiama così?
Siamo talmente abituati a usare il toponimo che ormai da nome proprio è diventato nome comune di cosa.

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Possiamo partire dal nome stesso dalla città: Pontedera.
Il nome della città deriva chiaramente dal ponte sul fiume Era, per molti secoli passaggio obbligato per chi volesse attraversare il corso d’acqua.
Il nome ufficiale in latino è appunto Pons Herae ma su alcune carte rinascimentali incontriamo anche la variante Pons ad Heram da cui Ponte a Era (da ciò deriverebbe il termine “pontaderese”). Il nome divenne poi Ponte d’Era ed infine Pontedera.
I cittadini della città di Pontedera sono ancora tradizionalmente divisi in due categorie: i pontederesi, coloro che risiedono a Pontedera ma non ne sono originari e i pontaderesi, i cittadini nati e vissuti a Pontedera.

pontedera_piazzone_nuovo

Un altro esempio?
Piazzone: Pur non comparendo in alcuno stradario, tutti gli abitanti di Pontedera, e non solo, conoscono benissimo il “Piazzone”
Un nome evocativo, al posto di “Piazza Martiri della Libertà” che nasconde incosciamente un’epoca storica della nostra città.
La celebre piazza della città a cui si fa riferimento ha assunto nel tempo molteplici titoli (Piazza Umberto I, Piazza Andrea da Pontedera, Piazza dell’Impero, Piazza del Popolo, Piazza della Libertà).
Il nome Piazzone risale all’età moderna, quando il destino della città era ben sintetizzato dalla definizione terra di passo e di mercato”: qui infatti si incrociavano due importanti direttrici di traffico, quella da Firenze al mare e quella dalla Lucchesia e dalla Valdinievole al Volterrano e alla Maremma. Il Piazzone delle Merci, ecco l’origine storica del nome ancora oggi così utilizzato, fu il centro di questa attività.

Altra dimostrazione?
Villa Crastan: Chiamata con molti nomi “Villa Comunale” “Vecchia Biblioteca” , “Casa della Cultura”, dai più giovani semplicemente “Villa”, è uno dei luoghi, a nostro avviso, più suggestivi della città.
Villa Crastan racchiude nel suo nome un altro pezzo di storia di Pontedera. Nel 1927 parte dell’area precedentemente occupata dallo stabilimento Morini, fu venduto ai Crastan, famiglia di origine svizzera titolare fin da 1870 di una fabbrica di surrogati di caffè. Nel 1928 su progetto di Manlio Crastan e di Agenore Arrighi fu costruita l’attuale villa a due piani in stile rinascimentale al centro di un giardino che secondo il gusto naturalistico del tempo presenta fontanelle,“putti” e una nicchia che in origine era pavimentata con un autentico mosaico romano. Nel 1966 il Comune acquistò l’edificio per adibirlo a sede della Biblioteca Comunale e successivamente a luogo di cultura e ed esposizioni artistiche

Quali altre storie si nascondono dietro i nomi dei luoghi della nostra città?
Chi ne sa altre?

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